Riflessioni sulla Shock Economy e la Necessità di un Nuovo Approccio Socio-Economico
Ti sei mai chiesto perché si parla incessantemente di sviluppo tecnologico, scoperte scientifiche e telecomunicazioni, sostenendo il benessere e la crescita economica, mentre il mondo che ci circonda sembra vedere sempre più persone che lavorano il doppio ottenendo la metà?
Libri interessanti sono stati scritti per dare una risposta completa a questo problema. Tuttavia, in sintesi, posso dirti che tutto ciò è collegato al capitalismo finanziario e alla globalizzazione, noti con il termine: Shock-Economy!
Forse ne hai già sentito parlare, ma prendi un momento per considerare il punto di vista che voglio portare all’attenzione: il modello socio-economico che ne deriva.
Si sente costantemente parlare di come la tecnologia, la scienza e la comunicazione stiano facendo progressi enormi, sottolineando una crescita intelligente.
Eppure, nella vita reale, vediamo persone con pochi soldi che fanno il doppio dei sacrifici rispetto agli anni passati. Ci troviamo in un punto in cui c’è una realtà distorta: da un lato chi ostenta ciò che non possiede o non è, pur di emergere, e dall’altro chi è diventato chiuso e distante per proteggere un piccolo benessere che altri non hanno.
La morale di questa storia? Grandi aziende unite e forti, e un popolo diviso, spaventato e debole.
Strano, vero?
Io stesso sono caduto in questo sistema troppe volte e ti assicuro che nel mio piccolo ho subito perdite consistenti.
La Shock Economy è un termine poco noto e utilizzato, ma rende l’idea del concetto di crisi, anche se pochi comprendono davvero la spaventosa realtà che si cela dietro quest’espressione.
La “dottrina dello shock” ha avuto origine nel campo della psichiatria negli anni ’30, quando alcuni neurologi pensarono di curare le malattie mentali con scariche elettriche che azzerassero il cervello, portandolo a uno stato infantile. Questa terapia è passata alla storia come Elettroshock.
Potresti chiederti, che relazione c’è tra le malattie mentali e l’economia?
Purtroppo, l’economista statunitense Milton Friedman ha avuto l’idea geniale (per modo di dire) di collegare le tecniche psichiatriche dell’Elettroshock con la gestione economica di un paese.
Secondo lui, creare uno shock può paralizzare la popolazione, mettendola in uno stato di blocco e disponibilità ad accettare ordini che altrimenti non accetterebbe.
Come?
Sfruttando la paura e il terrore, si provoca intenzionalmente uno shock nella popolazione, mettendo a tacere ogni ragionamento sensato e portandola ad accettare regole restrittive che in un periodo di serenità e tranquillità mai avrebbe accettato.
Non è mia intenzione ripercorrere gli eventi storici che ci hanno condotto all’attuale realtà, ma se desideri approfondire l’argomento, alcuni autori e giornalisti ne trattano specificamente. Personalmente, ritengo che Francesco Amodeo e Ilaria Bifarini, il primo giornalista d’inchiesta e la seconda economista, siano coloro che affronta questo tema in modo chiaro e documentato.
Ma perché dovresti interessarti a tutto ciò?
Perché tu e la tua attività ne siete profondamente coinvolti.
Mediante l’utilizzo della Shock Economy, sono state applicate politiche di privatizzazione, tagli alla spesa pubblica e liberalizzazione dei salari. Tutte manovre che hanno impoverito i paesi senza nemmeno consultare la popolazione.
Può sembrare che queste tematiche siano distanti dalla tua vita e dalla tua attività, ma proprio questa è la strategia di manipolazione.
La Shock Economy e i progetti di Ingegneria Sociale sono strumenti utilizzati dal capitalismo finanziario per creare spazio per grandi fusioni e la globalizzazione. Sembrano argomenti tratti da libri di storia, ma purtroppo sono estremamente attuali, e la cosa peggiore è che molte persone ne sono completamente inconsapevoli.
Questi strumenti del capitalismo manipolano pesantemente le identità, l’autostima e il futuro delle persone. I più colpiti sono coloro che gestiscono micro-aziende, che spesso conducono l’attività con passione. Questo è diverso da chi ha un’impresa con unicamente una visione di profitto.
Perché questa vulnerabilità?
Perché, a differenza di chi ha un salario mensile, il tenore di vita di un professionista o il titolare di una micro-impresa dipende dal suo atteggiamento mentale e da come percepisce e reagisce alla realtà socio-economica.
Vivere costantemente con una sensazione di scarsità, paura e incertezza per il futuro divide la società e allontana l’individuo dai propri obiettivi, creando solitudine, paure e diffidenze. Questo è letale per la comunità, dato che nel corso degli anni l’umanità si è sviluppata grazie all’unione forte e coesa.
Cosa puoi fare per proteggerti?
Distolti da una subdola ma ipnotica Shock Economy, vediamo da un lato persone pronte a tutto per la loro vittoria egoistica e materiale, e dall’altro persone che lottano per sopravvivere, derubate dell’identità e della dignità.
L’effetto collaterale grave, spesso sottovalutato e nascosto, è “la solitudine dell’imprenditore“, che ha generato negli anni una terribile cronaca nera del business.
La prima cosa da cui devi assolutamente proteggerti è il senso di disperazione, che annebbia il giudizio e non ti permette di valutare e decidere ciò che è giusto per te e la tua attività. Se non cerchi informazioni da fonti alternative, sarai bombardato da comunicazioni ipnotiche e terroristiche, racchiuse nella famigerata parola “CRISI”!
Con il tempo, sai cosa succede?
Per citare la comunicazione giornalistica, “una notizia falsa ripetuta all’infinito diventa una verità assoluta”!
La seconda cosa da cui devi proteggerti è la paura non dichiarata delle persone. Oggi è comune sentire parole come “distanziamento” e “sanificazione degli ambienti”. Tuttavia, nessuno sembra pensare che le persone abbiano bisogno di unione e vicinanza. E chi si preoccupa di “sanificare” le menti delle persone?
Persone che, a causa di questa comunicazione fraudolenta, si portano a casa solo blocchi mentali e paure.
Perché dovresti interessarti alla “sanificazione” mentale delle persone?
Semplicemente, se hai un’attività, significa che offri un prodotto o un servizio alle persone. Ma se le persone sono in uno stato di ansia, paura o insicurezza, il loro processo di valutazione e decisione riguardo a beni e servizi viene distorto e diventa irrazionale. Pertanto, partendo da una profonda consapevolezza, è tuo dovere cambiare strategia e affinare la comunicazione in modo da interagire eticamente e in modo funzionale con il tuo pubblico.
La grande sfida comune…
Alla luce di tutto ciò che sta accadendo nel nostro paese, ho intrapreso un percorso non facile, portando consapevolezza su questo tema.
Desidero sensibilizzare il maggior numero possibile di imprenditori e liberi professionisti, titolari di micro-impresa messi in ginocchio, condividendo la mia visione/soluzione e creando quanti più “ecosistemi” possibili che puntino al benessere condiviso e alla crescita reale!
Credo in uno sviluppo economico e sociale che ponga al centro le persone e il benessere della comunità!
Il capitalismo finanziario ha manipolato il mercato minando la semplice e nobile idea di fare impresa. Condivido la sana competizione che rende tutto più divertente ed emozionante, ma penso che il successo debba essere il mezzo per creare benessere per sé e per gli altri.
L’attuale società è basata sulle apparenze, oscurando l’importanza dell’Essere. Ha trasformato il concetto di “giusto e sbagliato” nell’avidità del “profittevole e non profittevole”, spianando la strada a un’ambizione egocentrica e materiale.
È possibile opporsi a questo sistema corrotto e autolesionista?
Anche se non è semplice farlo, la risposta è SÌ!
Come?
Innanzitutto unendoci! Creando molti piccoli ecosistemi composti da gruppi di persone e attività con l’unico obiettivo del benessere collettivo.
Io vedo tutto ciò come un nuovo Rinascimento che restituisce Identità, Rispetto e Dignità a tutte le persone che hanno la nobile ambizione di fare impresa per creare benessere per sé e la propria comunità. Un modello di business che riponga l’individuo al centro e consideri il profitto come un ritorno meritocratico.
Il mio obiettivo è lavorare fianco a fianco con imprenditori e imprenditrici per “Riprendere il Controllo” reale delle loro imprese e “Rilanciarle” con la consapevolezza delle regole attuali del mercato.
In conclusione, ribadisco: la missione comune è creare numerose reti di attività composte da artigiani, professionisti e commercianti per formare ecosistemi forti in grado di contrastare la stretta del capitalismo e della globalizzazione. I modi per farlo esistono, ma l’esperienza dimostra che insieme si è più forti e si ottengono risultati tangibili.
Se siamo tutti guidati da onestà intellettuale e nobili ambizioni, possiamo sfidare il capitalismo finanziario utilizzando le sue stesse strategie, ma questa volta per il bene comune di individui e società.
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Un affettuoso saluto e ricorda: solo se cresci personalmente, la tua impresa crescerà!
Il tuo Coach Vincenzo